In risposta agli insulti a Paul Dianno

Ci state scrivendo in tanti, tantissimi, sull’imminente uscita di La Bestia, autobiografia di Paul DiAnno in uscita domani.

Come sempre siamo contenti di suscitare reazioni ed ascoltare il punto di vista di chi ci legge. Se ci seguite sapete bene che in Chinaski non abbiamo mai bannato nessuno, ci prendiamo complimenti e critiche con lo stesso identico entusiasmo. I primi ci ripagano degli sforzi fatti, le seconde ci spingono a fare meglio.

Questa volta però si sta esagerando. L’odio che in tanti, non tutti per fortuna, stanno lanciando sull’artista inglese mi sembra esagerato e fuori luogo. Anche perché si parla di un libro che nessuno ha ancora letto. La Bestia è uno spaccato rok di una sincerità brutale dove un uomo confida, senza facili moralismi e scuse di maniera, la propria condotta distruttiva e autolesionista; e lo fa senza fare sconti a nessuno, soprattutto a se stesso.

Vi interessa? Leggete il libro e poi commentate quello.

Non vi interessa? Ignorate questa pubblicazione e passate ad altro. Ma per favore basta con i commenti sul fatto che Dianno è un fallito, che l’odiate, più una serie di insulti e improperi che preferisco non riportare su questa pagina. Non sono pertinenti e nulla hanno a che vedere con il suo libro.

In dieci anni di lavoro nel mondo del rock non mi era mai capitato di imbattermi in tanti commenti acidi, offensivi e, perdonatemi, stupidi. Sembra che Dianno vi abbia fatto qualcosa di personale, e non credo sia così.

Quindi ripeto, se vi interessa il libro, leggetelo e poi commentatelo. Potrete dire che è bello, brutto, che vi fa schifo la copertina, o che non siete d’accordo con il punto di vista di Paul. Va tutto bene, si chiama critica e l’accettiamo con piacere. Ma offendere un uomo e la propria opera senza  un motivo che vada aldilà di una fisiologica antipatia non mi sembra onesto né corretto. Perdonate lo sfogo, ma certi comportamenti al limite li giustifico nel mondo del rap italiano, dove sputare merda senza motivarla è parte del circo. Non in ambito rock, dove si è sempre cercato di criticare seriamente e di lasciare che sia l’opera a parlare, e solo allora passare ai giudizi.

Volevo dire solo questo.

Vi abbraccio.

 

Federico Traversa

Direttore Editoriale Chinaski Edizioni