Effetti collaterali: morte

Un libro che mostra il volto più inquietante di un potere profondamente radicato nella nostra società, che fonda sulla sua immagine
«rassicurante» la sua forza di convinzione delle masse, considerate soprattutto come consumatori, ben più che come pazienti, e soprattutto
piuttosto che persone. I fatti sono profondamente circostanziati, e la visione «dall’interno» che viene fornita è lucida. Raggelante. Tra le
inquietanti rivelazioni che si succedono nella narrazione, emerge la scelta di un uomo sicuramente coinvolto, ma che oggi ha deciso di rompere
il muro del silenzio. Raccontando la verità. In uscita in tutte le librerie il 23 giugno 2014.

Nota dell’editore:

Nel corso della storia di questa casa editrice c’è stato un punto di svolta, che ha preceduto tutti gli altri, e che ha indelebilmente segnato il nostro percorso. È stato il momento in cui abbiamo scelto di fare ciò che, incredibilmente, nessuno stava facendo, ossia pubblicare una biografia dei Guns N’ Roses, la storica band che ha caratterizzato il rock tra la fine degli anni ottanta e il decennio successivo. Ci è sembrato giusto quindi, e continua sembrarci ancora più giusto, con il passare degli anni, cercare di dare al nostro pubblico, che allora era solo presunto, e che adesso invece possiamo riconoscere come tale, un prodotto – di più, un libro – che non sia già presente sul mercato, qualcosa che colmi un’esigenza, o anche solo una curiosità.

Quella storia, quella scelta, si è ripetuta ormai tante volte, ed ogni volta cresceva la nostra coscienza rispetto alla necessità di dare ai lettori quello che altri, magari più grandi e sicuramente più bravi di noi, avevano trascurato di mettere a disposizione, di introdurre sul mercato. Questa attitudine, che abbiamo sviluppato nel nostro settore editoriale di origine, le storie di musica, l’abbiamo poi trasferita in tutte le altre “storie” che abbiamo deciso di raccontare.

Il mercato del libro, che soffre e si dispera, ma che difficilmente cerca di redimere se stesso dal suo vizio di tendere alla ricerca del mero consumo. Si fanno libri sperando che si vendano e non si fanno più libri che si leggono e che, per questo, vengono venduti. E ciò non dipende dagli scrittori, né delle storie da raccontare. Dipende soprattutto da come il mercato viene gestito.

Noi sappiamo soltanto che negli anni abbiamo allargato il nostro terreno di sfida, dalla musica ad ambiti più generali, a temi che hanno un impatto più ampio sulla società. Ma la risposta, magari con rese più o meno lusinghiere, è comunque sempre la stessa. Il pubblico ha bisogno di rispetto, e di nuove domande, nuovi stimoli. In giro ci sono sempre le solite, grigie, risposte.

L’anno scorso abbiamo pubblicato “Canapa Medica – Viaggio nel pianeta del farmaco proibito”, l’esauriente inchiesta di Fabrizio Dentini, un giovane giornalista sull’uso medico della canapa, in cui sono narrate le storie dei pazienti che si sono trovati, per varie strade, ad adottare questa terapia e in cui emerge anche l’atteggiamento più che censurabile delle istituzioni italiane nei confronti di questa cura di origine antica che ormai da molti anni gode, soprattutto all’estero, di una nuova credibilità, anche sotto il profilo scientifico. Un libro come questo non era mai stato presentato prima ai lettori italiani. Pubblicarlo è stato per noi ben più che un lavoro, peraltro azzeccato dal punto di vista del risultato editoriale. È stata anche e soprattutto una possibilità di assolvere al compito di informazione, divulgazione ed educazione che l’editoria aveva, e ancora dovrebbe avere. E non c’è davvero niente di male nel cercare di fare qualche soldo raccontando al pubblico cose che davvero meritano di essere raccontate.

Il libro che vi accingete a leggere ci ha colpito con veemenza, ci è arrivato addosso come un treno in corsa; e noi, in particolare io, non abbiamo saputo resistere. Non dovevamo resistere, bisognava che anche questo paese, così come a tutt’oggi altri 18 in tutto il mondo, potesse avere a disposizione la storia, i fatti che sono raccontati qui.

La mia sensibilità per gli argomenti che vengono trattati in questo libro viene sia dai miei studi, perché sono un chimico, sia dalla professione che esercito da più di vent’anni, e che da dieci anni alterno con la mia passione editoriale, ossia il consulente in proprietà industriale. Mi occupo di brevetti, e conosco assai bene quali dinamiche si muovono attorno ai prodotti farmaceutici. Ma sinceramente potevo a mala pena intuire la portata, l’importanza di quanto questo libro porta alla luce dell’evidenza. In gioco c’è la nostra salute, che non è solo un diritto ma soprattutto un bene di prima necessità, il cui valore è imprescindibile, da cui dipende ogni aspetto della vita di ciascuno. E questo, le aziende farmaceutiche lo sanno sin troppo bene.

Io, nonostante la mia posizione di “utente informato” indubbiamente un po’ più critica, non potevo comunque prescindere dall’assunto che le aziende che operano in ambito farmaceutico esistessero in funzione della tutela della nostra salute. Invece, per quanto qui si apprende, semplicemente non è affatto così. Certo, esistono farmaci in grado di salvare la vita a molte persone, così come però esistono, purtroppo, farmaci che sono in grado togliere la vita, o comunque di peggiorarla in modo inaccettabile. Quello che davvero disarma, che atterrisce di fronte a questa storia, non sta tanto nei fatti in sé ma nella logica che li ha generati, e soprattutto nel gelido cinismo di quella logica. Che indica il profitto nella malattia, non nella cura, e che si integra nel sistema dei consumi, spingendosi fino al più cupo controllo sociale.

Eppure questo libro che è sul mercato editoriale da almeno 4 anni, con le sue domande, le sue accuse, le sue analisi, le sue rivelazioni, non è mai, sino ad oggi, stato pubblicato nel nostro paese. E nessuna grande casa editrice, né italiana né straniera, se si eccettua Le Cherche-Midi in Francia, ha mai ritenuto opportuno pubblicare questo libro. Un libro che ha già venduto quasi mezzo milione di copie in giro per il mondo; certo non numeri da capogiro, ma sicuramente degni di nota. Eppure è giudicato un libro difficile dai distributori, dai rivenditori, che una volta si chiamavano librai, da quelli che temono che siano argomenti delicati da trattare, per un libro. Certo che sono argomenti delicati, cazzo! Si parla della nostra salute. E anche della nostra libertà. Di questo, secondo noi, dovrebbe anche saper parlare una casa editrice. E di questo abbiamo voluto mettervi a parte, dato che siete voi l’unica giustificazione della nostra esistenza, dell’esistenza di tutta l’editoria.

Che i libri debbano essere letti, oltre che comprati, sembra un dettaglio perduto nelle volute sempre più involute del mercato editoriale. Infatti si cerca costantemente di creare percorsi facilitati ai lettori, di incanalare il loro gusto verso facili risposte. Ma sono le domande la cosa di cui avete maggiore bisogno. È quell’angolo nuovo sotto il quale si può traguardare una prospettiva del tutto diversa di ciò che intendiamo essere la realtà, e che spesse volte non è altro che un riflesso maldestro di un qualunque luogo comune.

Eccovi, cari lettori, nostra preziosissima etnia sotto perenne minaccia di estinzione, una nutrita scorta di domande che potrete rivolgere a voi stessi e alle persone che vi circondano. Le abbiamo lette, viste, vissute, e non potevamo che condividerle con voi. D’altronde, nessuno si era ancora deciso a farlo.

Noi, anche a questo giro, ci siamo.

 

Marco Porsia

Chinaski Edizioni

2 comments

  1. Silvio De Fanti ha detto:

    Da 31 anni, il Comitato di cui faccio parte e il sottoscritto, denunciano il crimine delle case farmaceutiche, in combutta con una grande parte della psichiatria Italiana e internazionale, con l’unico scopo di fare soldi a palate, sfruttando gli innumerevoli disagi mentali di cui è sempre più zeppo il Dsm.
    Sapere che le nostre denunce continue non sono state vane ci rende alquanto orgogliosi e con più entusiasmo nel continuare.
    Grazie per questa pubblicazione.

  2. Laura ha detto:

    Confermo quanto scritto nel libro. Sia per l’esperienza di una persona della mia famiglia che per casi di conoscenti ho potuto constatare l’incredibile leggerezza con cui vengono prescritti farmaci SSRI a pazienti leggermente depressi a causa di un periodo di stress. Gli effetti collaterali sono evidenti, infatti la situazione è migliorata solo con la sospensione dell’uso del farmaco che abbiamo deciso noi, osservando il nostro parente. Non certo lo psicologo, che dopo una chiacchierata di 25 minuti ha prescritto un farmaco SSRI a una persona a lui sconosciuta dicendo di prenderlo per 5 mesi senza avvertirci dei rischi. E quando gli abbiamo fatto notare che non c’erano miglioramenti ha detto solo di continuare perché occorre tempo. Ovviamente secondo lui non occorreva parlare delle cause dello stress. Trattasi di psicologo con specializzazione in psichiatria e consulente del tribunale.
    Mi sono venuti forti dubbi e mi sono documentata su cosa sono effettivamente certi farmaci ed è stato come aprire il vaso di Pandora. Nel libro ho trovato conferma di quanto avevo vissuto e scoperto. E’ vergognoso.

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